Duedomande importanti
Le nostre attività sono dedicate al singolo, alla coppia, alla famiglia ma, prima di tutto, è bene sapere...
1. Quando rivolgersi allo psicoterapeuta?
Quando proviamo un disagio, una sofferenza psichica e prima che si trasformi in un disturbo con un progressivo aumento della sintomatologia.
2. Qual è la differenza tra consulenza e terapia? Un intervento è sempre necessario?
Si propone una consulenza quando in base ai dati acquisiti, il problema presentato dalla persona e analizzato attraverso i primi colloqui, sembra di lieve entità e circoscritto ad un ambito specifico.
Si propone un intervento psicoterapeutico quando le problematiche investono più dimensioni della vita e richiedono un'analisi ed un'elaborazione più profonda.
Si propone un intervento psicoterapeutico quando le problematiche investono più dimensioni della vita e richiedono un'analisi ed un'elaborazione più profonda.
Ambiti d'intervento
Disturbi d'ansia
Ansia e attacchi di panico, fobie, ossessioni
Problematiche
di coppia e familiari
Rapporti difficili in famiglia o nella coppia
Psicoterapia di coppia
Oggi, come un tempo, molti giovani cercano nella vita di coppia la stabilità e l'amore ma anche stimoli per una crescita personale. E' compito quindi dei partner trovare un equilibrio tra le diverse esigenze ed aspirazioni individuali, costruendo quell'intimità di coppia che permette un coinvolgimento reciproco spontaneo e sincero.
I dati raccolti in tanti anni di esperienza terapeutica mi hanno portato a rilevare che ogni partner porta all'interno della coppia la sua storia, il suo bagaglio di esperienze, di emozioni e decisioni antiche, cioè il suo “copione di vita”.
La nostra storia sembra proprio un copione teatrale, la scriviamo noi, ci appartiene, a quattro anni abbiamo già deciso le parti essenziali della trama, a sette anni la completiamo e nell'adolescenza la perfezioniamo. Queste decisioni vengono poi dimenticate, ma gli effetti continuano a guidare i nostri comportamenti e le nostre scelte.
A volte nella coppia, il copione di un partner si incastra con quello dell'altro in modo distruttivo e allora “il litigio” (gioco psicologico in Analisi Transazionale) diventa la modalità per conservare i vecchi schemi (e allontanare ad esempio la paura dell'abbandono o mantenere potere sull'altro partner) ma soprattutto per evitare una reale intimità. Costruire un benessere di coppia vuol dire creare una relazione autentica, intima, in cui i partner si sentono sinceramente coinvolti, al di fuori dei percorsi restrittivi dei loro copioni perdenti.
I dati raccolti in tanti anni di esperienza terapeutica mi hanno portato a rilevare che ogni partner porta all'interno della coppia la sua storia, il suo bagaglio di esperienze, di emozioni e decisioni antiche, cioè il suo “copione di vita”.
La nostra storia sembra proprio un copione teatrale, la scriviamo noi, ci appartiene, a quattro anni abbiamo già deciso le parti essenziali della trama, a sette anni la completiamo e nell'adolescenza la perfezioniamo. Queste decisioni vengono poi dimenticate, ma gli effetti continuano a guidare i nostri comportamenti e le nostre scelte.
A volte nella coppia, il copione di un partner si incastra con quello dell'altro in modo distruttivo e allora “il litigio” (gioco psicologico in Analisi Transazionale) diventa la modalità per conservare i vecchi schemi (e allontanare ad esempio la paura dell'abbandono o mantenere potere sull'altro partner) ma soprattutto per evitare una reale intimità. Costruire un benessere di coppia vuol dire creare una relazione autentica, intima, in cui i partner si sentono sinceramente coinvolti, al di fuori dei percorsi restrittivi dei loro copioni perdenti.
Disturbi depressivi
Depressione, esaurimento nervoso
Mediazione familiare
Disagio e difficoltà in famiglia
Cos’è la Mediazione Familiare?
E’ un processo attraverso cui i due genitori in fase di separazione/divorzio si rivolgono liberamente ad un terzo neutrale appositamente formato, il mediatore familiare, per ridurre gli effetti del conflitto e consolidare la comune responsabilità genitoriale nella gestione dei figli. In concreto, è finalizzata a ristabilire il dialogo tra i genitori e la loro capacità decisionale per una soddisfacente riorganizzazione delle relazioni familiari, trovando utili accordi. La mediazione familiare si distingue da altri interventi d’aiuto o consulenza alla coppia, per l’autonomia dai contesti clinici, assistenziali, giudiziari, la totale riservatezza delle procedure, la volontarietà dei partecipanti di aderire al percorso.Chi sono i protagonisti della mediazione familiare?
Sono i due genitori, attivi nella scelta e discussione dei temi su cui trovare gli accordi per riorganizzare la vita dei figli.
Cosa fa il mediatore familiare?
- ha la funzione di contenere e affrontare in chiave evolutiva i conflitti che accompagnano le coppie in fase di separazione e divorzio
- opera su un piano di parità e realismo, equivicinanza a ciascun genitore
- assume la responsabilità del percorso, ma non dei contenuti, promuovendo la responsabilità decisionale dei genitori ed incoraggiando comportamenti non deleganti alle istituzioni questioni delicate e private
- facilita il passaggio dal conflitto coniugale alla cooperazione genitoriale
- favorisce la ristrutturazione cognitivo-affettiva della famiglia, orientando al futuro
- riapre modalità comunicative più distese ed adeguate ai bisogni di riorganizzazione della vita personale e delle relazioni familiari.
Si sviluppa in fasi durante 8-10 incontri di circa due ore l’uno:
- pre-mediazione (analisi della richiesta e informazione sul percorso);
- identificazione dei problemi e programma condiviso di lavoro negoziazione
- stesura delle intenzioni di accordo, da formalizzare presso i legali di fiducia
- verifica
Disturbi alimentari
Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata
Disturbi alimentari - Fame emotiva e sovrappeso
Se sempre più spesso vi scoprite ad aprire il frigorifero per mangiucchiare qualcosa o vi alzate da tavola appesantiti (con la sensazione di aver mangiato troppo) e anche la bilancia segnala un sovrappeso, chiedetevi se la vostra vita sta diventando frustrante, se siete da tempo ansiosi, tristi, annoiati.
Il cibo a volte può funzionare come un momentaneo calmante, una sorta di anestetico, per sentire meno la sofferenza, per riuscire ad affrontare meglio i problemi e i cambiamenti della vita quotidiana. La gratificazione però dura poco perché le emozioni negative e i problemi da risolvere non spariscono mangiando, anzi, a lungo andare questa alimentazione scorretta può determinare un progressivo aumento di peso e l’esordio di patologie organiche e psicologiche, insomma altri problemi.
Il grasso che si va accumulando diventa a poco a poco una barriera protettiva tra sé e gli altri. La fame scatenata dalle emozioni è quindi un modo inappropriato per allontanare sentimenti sgradevoli, una modalità di reazione che esprime la presenza di difficoltà nella gestione delle emozioni.
Le cause di tale problematica sono molteplici e hanno radici profonde, lontane, da ricercare nella storia della persona e nelle dinamiche della famiglia d’origine. A volte sono comportamenti appresi in famiglie in cui il cibo, fin dall’infanzia è stato una risposta ai bisogni di affetto e di cura, un elemento di gratificazione e conforto. A volte sono legate a problemi irrisolti, emozioni autentiche non espresse, mancanza di fiducia nella proprie capacità e nel proprio valore. Anche le diete squilibrate, fai da te, inducono disagi emotivi e una voglia di abbuffarsi.
Come affrontare questi comportamenti alimentari scorretti, questi episodi di fame emotiva, che possono provocare danni psicologici quanto organici elevati?
Dalla nostra pratica clinica abbiamo potuto notare che fattori di protezione per mantenere un peso salutare e ragionevole sono: una buona autostima e la capacità d'identificare, provare e accettare le proprie emozioni sviluppando comportamenti che non comportino l'utilizzo del cibo.
Cosa vuol dire? Vuol dire: Essere consapevoli delle proprie emozioni, riconoscerle e gestirle. Scoprire quali emozioni, quali bisogni si nascondono dietro gli episodi di fame emotiva chiedendosi ad es. "Cosa mi spinge oggi a mangiare tanto oltre i miei pasti regolari? Come sto? Cosa sento? Sto colmando un vuoto?".
Potreste così scoprire che alla base della spinta verso il frigorifero c’è la rabbia o la tristezza o altro e imparare a gestire queste emozioni, senza assumere comportamenti disfunzionali. Scoprire i propri punti di forza oltre che i limiti, per valorizzarsi e accrescere la propria autostima, il senso di autoefficacia, elementi indispensabili per affrontare e gestire con fiducia l'esperienze della propria vita e migliorare le proprie abitudini alimentari. Buon sano appettito!
Il cibo a volte può funzionare come un momentaneo calmante, una sorta di anestetico, per sentire meno la sofferenza, per riuscire ad affrontare meglio i problemi e i cambiamenti della vita quotidiana. La gratificazione però dura poco perché le emozioni negative e i problemi da risolvere non spariscono mangiando, anzi, a lungo andare questa alimentazione scorretta può determinare un progressivo aumento di peso e l’esordio di patologie organiche e psicologiche, insomma altri problemi.
Il grasso che si va accumulando diventa a poco a poco una barriera protettiva tra sé e gli altri. La fame scatenata dalle emozioni è quindi un modo inappropriato per allontanare sentimenti sgradevoli, una modalità di reazione che esprime la presenza di difficoltà nella gestione delle emozioni.
Le cause di tale problematica sono molteplici e hanno radici profonde, lontane, da ricercare nella storia della persona e nelle dinamiche della famiglia d’origine. A volte sono comportamenti appresi in famiglie in cui il cibo, fin dall’infanzia è stato una risposta ai bisogni di affetto e di cura, un elemento di gratificazione e conforto. A volte sono legate a problemi irrisolti, emozioni autentiche non espresse, mancanza di fiducia nella proprie capacità e nel proprio valore. Anche le diete squilibrate, fai da te, inducono disagi emotivi e una voglia di abbuffarsi.
Come affrontare questi comportamenti alimentari scorretti, questi episodi di fame emotiva, che possono provocare danni psicologici quanto organici elevati?
Dalla nostra pratica clinica abbiamo potuto notare che fattori di protezione per mantenere un peso salutare e ragionevole sono: una buona autostima e la capacità d'identificare, provare e accettare le proprie emozioni sviluppando comportamenti che non comportino l'utilizzo del cibo.
Cosa vuol dire? Vuol dire: Essere consapevoli delle proprie emozioni, riconoscerle e gestirle. Scoprire quali emozioni, quali bisogni si nascondono dietro gli episodi di fame emotiva chiedendosi ad es. "Cosa mi spinge oggi a mangiare tanto oltre i miei pasti regolari? Come sto? Cosa sento? Sto colmando un vuoto?".
Potreste così scoprire che alla base della spinta verso il frigorifero c’è la rabbia o la tristezza o altro e imparare a gestire queste emozioni, senza assumere comportamenti disfunzionali. Scoprire i propri punti di forza oltre che i limiti, per valorizzarsi e accrescere la propria autostima, il senso di autoefficacia, elementi indispensabili per affrontare e gestire con fiducia l'esperienze della propria vita e migliorare le proprie abitudini alimentari. Buon sano appettito!
Psico-traumatologia
Abusi, incidenti, traumi...
EMDR
Il metodo terapeutico con EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) permette il trattamento dei Disturbi Post-traumatici da Stress e dei Disturbi dell’Adattamento, che comportano reazioni continue e prolungate ad eventi passati anche da molto tempo (traumi infantili, traumi relazionali, incidenti, episodi di violenza, ecc.) in cui la persona si è sentita in pericolo per l’integrità fisica propria o altrui, sviluppando paura, vulnerabilità od orrore intensi.Tutti noi nel corso della vita abbiamo subìto traumi emotivi più o meno importanti che, in certi casi, rimangono bloccati nel sistema nervoso, producendo anche nel presente disagio o patologia (es. disturbi d’ansia con attacchi di panico, disturbi del sonno, irritabilità, reazioni neurovegetative, fobie, evitamenti, ecc.).
Il ricordo traumatico viene trattato terapeuticamente attraverso le otto fasi previste dall’EMDR, con positivi ed adattivi cambiamenti a livello delle risposte fisiche ed emotive del paziente. Lo psicoterapeuta, per poter utilizzare coi propri pazienti (adulti/bambini ed adolescenti) la rielaborazione tramite EMDR, abbisogna di una formazione specifica e di una supervisione ad hoc
inoltre organizziamo:
Corsi di formazione/informazione
Sui disturbi alimentari, per la coppia e la famiglia
Oltre all'ambito clinico e terapeutico, come psicologhe troviamo utile operare in campo preventivo elaborando progetti sia per le scuole (vedasi tra gli altri il progetto “Il piacere di piacersi” da noi proposto in cinque scuole superiori di Udine in tema di prevenzione dei disturbi alimentari), sia per la famiglia (tra cui il progetto “Famiglie in dialogo” in collaborazione con la Pastorale Familiare e la Provincia di Udine).
A questo proposito, siamo interessate particolarmente al benessere della famiglia nelle sue diverse fasi del ciclo vitale ed alla formazione delle coppie in vista del matrimonio, accompagnando anche i genitori/suoceri a questo cambiamento cruciale.
Siamo state relatrici in vari convegni/incontri con la popolazione e/o con genitori presso scuole materne/superiori o Enti, in tema di aspetti legati alle diverse problematiche della famiglia (comunicazione, tematiche educative, rapporto genitori/bambini ed adolescenti, tematiche di coppia, la separzione, il rapporto tra figli sposati e genitori / suoceri, la risorsa dei nonni, ecc...).
A questo proposito, siamo interessate particolarmente al benessere della famiglia nelle sue diverse fasi del ciclo vitale ed alla formazione delle coppie in vista del matrimonio, accompagnando anche i genitori/suoceri a questo cambiamento cruciale.
Siamo state relatrici in vari convegni/incontri con la popolazione e/o con genitori presso scuole materne/superiori o Enti, in tema di aspetti legati alle diverse problematiche della famiglia (comunicazione, tematiche educative, rapporto genitori/bambini ed adolescenti, tematiche di coppia, la separzione, il rapporto tra figli sposati e genitori / suoceri, la risorsa dei nonni, ecc...).
Gruppi di sostegno
Per genitori separati